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LA MISSIONE: FONTE DELLA VITA PASTORALE

Carlo Casalaspro (III anno)



La comunità del Seminario Maggiore di Potenza dal 09/02/2021 all’ 11/02/2021 ha accolto padre Giancarlo Piovanello quale visitatore missionario dei seminari. Egli è originario di Padova, membro della comunità missionaria di Villaregia, attualmente presente nella diocesi di Chioggia. Sacerdote da 33 anni è stato in missione in Costa d’Avorio per nove anni. Tra i vari incarichi padre Giancarlo è formatore missionario nella comunità di Villaregia; coordinatore di sviluppo per l’estero ed infine collaboratore con “Missio” per l’animazione missionaria nei seminari.

Il programma condiviso dal gruppo missionario – ecumenico ha avuto come primo appuntamento il caffè letterario sul tema “Missio ad Gentes, paradigma della pastorale: quali sfide?”

La Chiesa è chiamata a sottolineare l’importanza della missione non come ambito a sé stante ma come modalità ordinaria di evangelizzazione. Tutti i membri della Chiesa, soprattutto i giovani, sono chiamati ad assumere lo stile missionario che li porta nella quotidianità a farsi prossimo soprattutto agli emarginati delle nostre realtà.

Egli ci ha voluto parlare della sua esperienza missionaria vissuta per nove anni in Costa d’Avorio (Africa). Il suo impegno e il suo lavoro è stato preceduto da altri suoi confratelli che hanno donato la propria vita tra le malattie e le sofferenze delle popolazioni presenti in quei luoghi. Infatti, c’è molta venerazione per i primi missionari che hanno donato la propria vita poiché tanti sono partiti consapevoli che andavano incontro alla propria morte. Questo aspetto fondamentale ha segnato la vita umana e spirituale di padre Giancarlo.

Papa Francesco ci aiuta a ripensare alla missione a partire dall’Evangeliigaudium che mette al centro le nuove sfide dell’evangelizzazione. Per comprendere il pensiero del pontefice bisogna andare ai nn.14 e 15 dell’Evangeli igaudium: “La Chiesa esiste per evangelizzare”. E in questo noi troviamo la natura missionaria della Chiesa che non può sottrarsi a questo impegno così gravoso che coinvolge ogni fedele. In un mondo secolarizzato, il Santo Padre ci invita “a non restare comodi sui nostri divani” ma ad andare verso quei popoli che aspettano l’annuncio del Vangelo. La Chiesa è chiamata ad offrire all’uomo, stordito dal consumismo, dal materialismo e dall’egoismo, una prospettiva che risponda alla domanda di senso dell’uomo sulla vita. Pertanto, diventare missionari, significa fare i conti con questa realtà e anche attraverso la propria cultura farsi portatori dell’annuncio kerygmatico.



Dopo questo primo incontro, il programma ci ha visti impegnati come comunità nel laboratorio missionario preparato dal medesimo gruppo di animazione. Tutto si è svolto sulla figura del Beato Carlo Acutis come “missionario del web”. Nella fase laboratoriale la comunità è stata suddivisa in gruppi a cui è stata proposta la visione di un breve video sulla vita di Carlo Acutis per riflettere sui nuovi metodi di evangelizzazione.

La condivisione che è emersa ha evidenziato gli aspetti peculiari di un ragazzo di soli 15 anni che ha pienamente adempiuto alla necessità di evangelizzare con nuovi strumenti. A partire dal web e dalla realtà, Carlo, si è fatto testimone di Cristo in ogni tappa della sua vita con una particolare attenzione alla Santa Messa quotidiana e alla Santa Eucarestia da cui ha tratto la forza missionaria per portare Cristo nel mondo e nel web facendosi prossimo anche di quanti non poteva raggiungere fisicamente.

Alla fine della condivisione dei vari gruppi, padre Giancarlo ci ha guidati in una sintesi sulla vita di Carlo Acutis all’insegna di un nuovo modello di vita per i giovani che vogliono annunciare Cristo anche attraverso il mondo digitale. Il gruppo missionario ha consegnato dei segnalibri per ricordare alcuni miracoli eucaristici avvenuti in Italia oggetto della mostra realizzata dal beato.



Nel pomeriggio il gruppo missionario ha vissuto un incontro personale con padre Giancarlo per una maggiore conoscenza dei membri e delle attività che il gruppo svolge durante l’anno nella vita del seminario.

La visita si è conclusa con la veglia di preghiera per le vocazioni “alzati e risplendi” che ha avuto come figura di riferimento padre Ezechiel Ramin, sacerdote comboniano martire, che ha donato la sua vita in quelle terre lontane che ancora non hanno ricevuto l’annuncio della fede.

Padre Eziechel è modello di evangelizzazione che chiama ognuno di noi a mettersi in cammino per amore di Cristo.

Questi giorni, caratterizzati dalla presenza del padre missionario, sono stati occasione per tutta la comunità del seminario per riflettere in maniera più profonda sul legame che la missione ha con la vita cristiana. Durante i vari incontri è stato sottolineato che la missione non è qualcosa di relegabile ai soli paesi lontani ma è uno stile e un compito che ognuno è chiamato a svolgere in mezzo alle persone del proprio territorio. L’evangelizzazione in quest’ottica ci stimola nel farci portatori dell’annuncio nei luoghi in cui viviamo e a trovare nuovi sentieri.

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