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MESSAGGIO DEI SEMINARISTI – SETTIMANA VOCAZIONALE 2023


Cara comunità di Lauria, cari anziani, care famiglie, cari ragazzi,

«Maria si alzò e andò in fretta» (Lc 1,39) è il tema della XXXVII Giornata Mondiale della Gioventù che si terrà a Lisbona il prossimo agosto e che ci accompagnerà nella settimana vocazionale che vivremo insieme qui a Lauria, città del Beato Domenico Lentini. Subito una domanda sorge spontanea: ma perché Maria ha tutta questa fretta di alzarsi e andare a trovare la cugina Elisabetta? La risposta ha a che fare certamente con la sua storia vocazionale, la storia di una ragazza come noi, la quale improvvisamente riceve un annuncio che le sconvolgerà la vita ma allo stesso tempo che le svelerà la sua vocazione di discepola e, di lì a poco, di mamma del Dio fatto uomo per la nostra salvezza.

Noi seminaristi, sull’esempio di Maria, in questi giorni vogliamo condividere con voi quelle che sono le nostre vite e le nostre storie vocazionali, per poter camminare insieme alla scoperta di tutte quelle “vocazioni” che ognuno di noi oggi, nella propria condizione, è chiamato a vivere.

«In questo modo, imparando gli uni dagli altri, potremo riflettere meglio quel meraviglioso poliedro che dev’essere la Chiesa di Gesù Cristo.» (Esort. ap. postsin. Christus vivit, 207). Quando lo sguardo amorevole e creativo di Dio ci raggiunge in modo del tutto singolare in Gesù la nostra vita cambia. E nella misura in cui lo accogliamo «tutto diventa un dialogo vocazionale, tra noi e il Signore ma anche tra noi e gli altri. Un dialogo che, vissuto in profondità, ci fa diventare sempre più quelli che siamo: nella vocazione al sacerdozio ordinato, per essere strumento della grazia e della misericordia di Cristo; nella vocazione alla vita consacrata, per essere lode di Dio e profezia di una nuova umanità; nella vocazione al matrimonio, per essere dono reciproco e generatori ed educatori della vita» (Papa Francesco, Messaggio per la 59a Giornata Mondiale di Preghiera per le Vocazioni, Roma 8 maggio 2022). La vocazione nasce sempre da un annuncio ricevuto, da una chiamata, da uno sguardo d’amore: infatti, proprio quando ci sentiamo veramente amati da qualcuno sperimentiamo che il nostro essere, la nostra vita, la nostra felicità si compie e “ne vale la pena” rispondere come Maria e dire il nostro “Si” a ciò che ci riempie davvero il cuore e ci fa sentire veramente vivi, nonostante le incomprensioni, le paure e i turbamenti della nostra storia.


Per Maria l’annuncio ricevuto è stato uno “scossone” che le ha procurato preoccupazioni e timori ma il suo sapersi amata dal Signore le ha permesso di camminare verso la sua vocazione che ha avuto come fondamento la fiducia in Dio e nel suo disegno. Per questo, sentirsi amati vuol dire saper porre la propria vita nelle mani di Colui che ci ama, fidandoci, affidandoci e confidando in Lui e nel suo progetto, che sicuramente sarà un progetto di felicità vera, autentica, piena e duratura.

Spesso noi giovani andiamo a cercare la felicità altrove: sui social, nei locali, nelle mode del tempo, nel rispondere a ciò che la mondanità ci chiede mentre non ci accorgiamo che la felicità vera si trova nel profondo del nostro cuore ed è possibile solo se riconosciamo quell’amore decisivo che, una volta scoperto, siamo portati inevitabilmente ad annunciare e a donare agli altri. È proprio quello che ha fatto Maria quando «dopo l’annunciazione, avrebbe potuto concentrarsi su sé stessa, sulle preoccupazioni e i timori dovuti alla sua nuova condizione. Invece no, lei si fida totalmente di Dio. Pensa piuttosto a Elisabetta. Si alza ed esce alla luce del sole, dove c'è vita e movimento. Malgrado l’annuncio sconvolgente dell’angelo abbia provocato un “terremoto” nei suoi piani, la giovane non si lascia paralizzare, perché dentro di lei c’è Gesù, potenza di risurrezione.» (dal messaggio di Papa Francesco per la XXXVII Giornata Mondiale della Gioventù 2022-23).

Per noi seminaristi, che abbiamo intrapreso questo cammino alla sequela di Cristo, non è semplice riconoscere la sua chiamata e vivere questo percorso. Siamo sempre in discernimento, pronti ad ascoltare la volontà del Signore, per cercare di scoprirla e tentare di aderire ad essa.

Perciò l’augurio che sentiamo di rivolgere a voi per questi giorni è l’augurio che Papa Francesco rivolge personalmente ai giovani: «[…] Cerca quegli spazi di calma e di silenzio che ti permettano di riflettere, di pregare, di guardare meglio il mondo che ti circonda, e a quel punto, insieme a Gesù, potrai riconoscere quale è la tua vocazione in questa terra.» (Esort. ap. postsin. Christus vivit,277).

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