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Ricomincio dagli esercizi spirituali...

Di Marco Di Lucca

(Seminarista VI Anno).

Esperienza di silenzio e preghiera all'inizio di un nuovo anno.



E’ consuetudine per ogni buon cristiano vivere ogni anno un tempo personale di esercizi spirituali e a maggior ragione noi seminaristi, prima di ricominciare ogni anno formativo, siamo chiamati a vivere comunitariamente questo tempo di meditazione per affrontare con forza ed entusiasmo “un altro anno di formazione in seminario”.

Quest’anno abbiamo avuto la gioia di vivere il corso di esercizi spirituali presso la località Santa Cesarea Terme in provincia di Lecce nella casa per ferie “Oasi Santi Martiri Idruntini” da lunedi 16 a venerdi 20 settembre a poche centinaia di metri dal lungomare.

Il corso di esercizi spirituali è stato tenuto da Mons. Ciro Fanelli, vescovo di Melfi-Rapolla-Venosa.

In questi giorni di esercizi abbiamo riflettuto sulle meditazioni che ci sono state presentate dal vescovo, soffermandoci in modo particolare su cinque tappe che in un certo qual modo hanno caratterizzato il nostro itinerario spirituale: l’incontro, il camminare, il lasciarsi trasformare, il servire e infine il fare. Queste sono dimensioni che vanno tenute sempre unite tra loro perché il ministero sacerdotale possa essere pieno e fruttuoso.

Il vescovo ha ribadito che è necessario ricominciare ogni percorso e ogni regola spirituale da Gesù Cristo, persona reale, e, direi, non da un’effimera illusione, citando una canzone di Malika Ayane, ma cercando di rendere sempre più viva e dinamica la motivazione e l’ideale sacerdotale che ognuno di noi si porta nella propria interiorità. In più il vescovo, durante le meditazioni, ha affermato a più riprese che la chiamata al sacerdozio si fonda su una decisione di vita irrevocabile, appagante e gioiosa, in Cristo per la Chiesa perché il mondo creda.

Non ci può essere nessuna vocazione al sacerdozio se non c’è una fedeltà che sia per sempre, non ci può essere ministero sacerdotale senza relazione autentica con il proprio vescovo e con i confratelli, non ci può essere ministero sacerdotale se non c’è dedizione totale verso la persona di Cristo ed il popolo santo di Dio.

Questo tempo di meditazione è stato caratterizzato da un silenzio orante e contemplativo perché come direbbe lo psicoanalista Massimo Recalcati “solo il silenzio consente di onorare la parola di chi parla… e che l’arte del silenzio è garanzia fondamentale dell’ascolto e che dunque bisogna tacere per essere dei buoni ascoltatori”, specie se colui che ci parla è Dio. La meditazione della Parola di Dio, lo studio, la preghiera vanno sempre accompagnati dal silenzio. Se non facciamo silenzio fuori di noi ma soprattutto dentro di noi, non ci può essere ascolto autentico della Parola di Dio ma solo un sentire superficiale; se non sgomberiamo la nostra mente dai pensieri, dalle ansie presenti e future, da tutto ciò che ci circonda non ci può essere attualizzazione di ciò che abbiamo ascoltato.

Inoltre la struttura ricettiva che ci ha ospitato, il verde, e soprattutto il mare hanno contribuito fortemente alla buona riuscita degli esercizi spirituali perché l’osservazione, la contemplazione trasformano l’uomo e lo fanno diventare ciò che guarda con gli occhi del cuore. Possono sembrare elementi secondari e accidentali ma in realtà hanno inciso profondamente sulla buona riuscita degli esercizi spirituali.

Noi giovani in cammino verso il ministero sacerdotale siamo chiamati a vivere questo nuovo anno formativo accogliendo attivamente e con gioia le esortazioni e gli inviti che Mons. Fanelli ci ha comunicato in questi giorni puntando molto sul nostro essere in viaggio non verso una sistemazione provvisoria e part-time ma verso una decisione di vita che deve coinvolgere tutto il nostro essere e tutto il nostro fare.

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